mercoledì 4 aprile 2018

Un romanzo e una vicenda industriale del medioevo


Romanzo storico in cui si intrecciano due storie, vissute in due secoli differenti: Marin Zanetti, giovane commerciante di stoffe, lascia la laguna veneziana alla volta di Cipro nel 1467, per diventare il supervisore del mulino e delle tenute Cornaro a Cipro. Intanto Andrea Cornaro, sindaco del Regno, sta programmando il fidanzamento del re Giacomo II di Lusignano, con sua nipote, Caterina Cornaro, l'ultima regina di Cipro.
Lorenzo Zanetti, rinomato chef rodigino, compie lo stesso viaggio seicento anni dopo, spinto dal bisogno di chiarire il mistero legato ad un suo antenato.
Sullo sfondo le vicende politiche dell'epoca, da Venezia al tempo della Serenissima, alla splendida isola di Cipro con la sua affascinante storia e le sue contraddizioni.

Nel XV secolo i Cornaro possedevano a Episkopi vaste piantagioni di canna da zucchero che veniva raccolta preferibilmente nella stagione secca e trasportata su carri trainati da cavalli a un mulino da zucchero che funzionava grazie a una ruota idraulica (c’era anche una macina a trazione animale). I contadini erano paroikoi, servi della gleba e la maggior parte degli archontes, i proprietari terrieri locali, era stata sostituita da nobili franchi. Dalla canna da zucchero si ricavava la melassa per spremitura e per ebollizione e questa veniva colata in stampi di argilla a forma di imbuto. In questo modo lo sciroppo colava verso il basso, mentre nello stampo rimaneva una pagnotta di zucchero in cristalli, che, una volta essiccata veniva venduta. L’ebollizione veniva fatta in calderoni di rame, che impedivano la ricristallizzazione del prodotto. La richiesta di zucchero da parte delle corti reali d’Europa, ma anche della gente comune in quegli anni era in crescente ascesa, d’altronde era meno caro e meno raro del miele. La produzione faticava a tener testa alla domanda e i metodi di  produzione dello zucchero venivano tenuti segreti per evitare la concorrenza. Nonostante ciò, in Europa occidentale stavano nascendo numerosi stabilimenti con mulini per la lavorazione dello zucchero e il monopolio di Cipro era stato così rotto.

nota a cura di Susy Valpreda Micelli


“Il Veneziano” di Lina Ellina (scrittrice cipriota che vive in Italia). Editore Brigo



il castello cipriota di Kolussi dove anche i cavalieri ospitalieri
 lavoravano lo zucchero (foto Dickelbers da wikipedia)

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la produzione di zucchero ebbe a svilupparsi pure in Sicilia (ad esempio nella zona
di Marsala). La cittadina di Trappeto (Palermo) ha questo nome perchè anticamente il luogo
 era chiamato "Trappetum cannamelarum" (la lavorazione dello zucchero da canna vi fu organizzata fin dal 1480 per iniziativa del ricco possidente Francesco Bologna). Erano coinvolti nell'industria
nobili siciliani, commercianti genovesi e catalani, investitori ecc.
 Per diverso tempo fu rilevante la produzione nella zona  della Baronia di Carini
In tempi successivi la coltivazione delle canne da zucchero in Sicilia fu abbandonata perchè
ritenuta non più conveniente per diversi motivi. Di seguito un'osservazione interessante:

il citato Acquedolci (ora comune) ha le canne da zucchero nel suo stemma

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questo è invece un volume per chi volesse fare qualche itinerario in Sicilia
Giulia Sommariva, la via dello Zucchero


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