giovedì 12 ottobre 2017

Le fiere rinascimentali di Lione, Niccolò Antinori ed un'opera di Giovanni della Robbia

Niccolò di Tommaso Antinori (nato a Firenze nel 1454) alla sua epoca si era dedicato, con l'aiuto di un fratello, ai commerci ed in particolare frequentava le fiere di Lione dove circolavano anche merci pregiate come ad esempio la seta. Il periodo fra il 1450 ed il 1490 fu poi particolarmente brillante per la città come lo fu pure un periodo successivo . Dal 1466 perfino i Medici di Firenze si erano organizzati in loco come anche fecero i Gondi.
Le fiere lionesi erano quattro volte l'anno ed erano denominate Fiera dei Re (Epifania) , Fiera di Pasqua , Fiera di Agosto (in genere il 4) e Fiera di tutti i Santi. Un rappresentante della numerosa "nation fiorentine" aveva un ruolo. Per un po' di tempo diversi mercanti preferirono riunirsi anche nei pressi di un ponte sul fiume Saona (affluente del Rodano).


la cattedrale di Lione in una vecchia stampa


veduta di Lione nel cinquecento (vecchia incisione)

Ogni fiera durava circa 20 giorni ma i pagamenti in genere venivano regolati qualche tempo dopo le transazioni. Il fratello citato aveva anche preso la residenza a Lione. Negli affari era coinvolto anche un fiammingo e la società aveva sede in una via ancora esistente (Rue Tramassac).
Dal 1494 l'Antinori ebbe diversi incarichi pubblici a Firenze. Nel  1487 acquistò alla periferia della città la bella Villa delle Rose (attualmente utilizzata come hotel di lusso) e poco dopo divenne proprietario di un prestigioso palazzo nella zona del Mercato Vecchio.


attuale palazzo Antinori

Da quanto risulta intorno al 1520 (poco prima della morte) il mercante commissionò a Giovanni della Robbia una grandissima lunetta che fu sistemata nella citata Villa delle Rose (Tavarnuzze) dove rimase per alcuni secoli. Nel 1898 la lunetta fu acquistata dall'americano Aaron Augustus Healy che alla fine la donò al Brooklyn Museum.


Nell'opera che misura cm 174,6 x 364,5 si vede in ginocchio il mercante committente
Foto ufficio stampa Civita

l'Antinori nella rappresentazione robbiana

Un discendente dell'antico commerciante fiorentino (Marchesi Antinori) ha provveduto a far restaurare l'importante opera che dal 9 novembre 2017 all'8 aprile 2018 sarà visibile presso il Museo Nazionale del Bargello di Firenze.
Accanto al manufatto rinascimentale i visitatori potranno anche vedere il ritratto del citato Aaron Augustus Healy che fu realizzato da un notevole artista di altra epoca (ovvero dall'americano John Singer Sargent che - per combinazione - era spesso in Toscana).


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Fra le diverse opere di Giovanni Della Robbia (1469-1530), a titolo di esempio per la grandezza, può essere citata anche la rappresentazione -in quel di Volterra - dell'Assunta che dona la cintola a San Tommaso.
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Nel frattempo a Pistoia fino al 7 gennaio 2018 presso la chiesa di San Leone è esposta un'importante opera di un altro Robbia (ovvero Luca).


la Visitazione di Luca della Robbia
(Giandomenico era il pronipote di Luca)

martedì 19 settembre 2017

L'assassinio di Enrico III ed un romanzo

E' il 2 agosto 1589 quando un monaco estremista (Jacques Clément) aggredì ed uccise Enrico III di Francia nella sua residenza-ora non più esistente- di Saint-Cloud.
Con tale gesto il fanatico voleva vendicarsi per l'uccisione, avvenuta poco prima, di Enrico e Luigi Guisa accesi sostenitori del "partito ultra-cattolico" che si era impegnato in duri e cruenti scontri contro i protestanti. Il re era cattolico ma le forti posizioni dei Guisa l'avevano impensierito dal punto di vista politico in quanto la situazione complessiva minava l'autorità del re. C'era fra l'altro la fazione nobiliare dei Malcontent che spingeva, a danno dei poteri regali, per un maggior ruolo del Conseil della corona e degli États généraux. Infine le ingerenze straniere non erano modeste.

antica stampa che ricostruisce il regicidio

Le guerre di religione in Francia iniziarono all'epoca di Francesco I ed ebbero diverse fasi intervallate da qualche pausa in occasione di qualche editto o di occasionali accordi. Ad un certo punto, dopo la pace di Vervins, il confronto si attenuò ma venne del tutto meno con la laicità della Rivoluzione Francese.

il castello di Saint-Cloud, distrutto durante la guerra franco prussiana del 1870
Una parte residua dell'edificio fu utilizzata dal re di Bulgaria per la residenza di Euxinograd


la giornata delle barricate del 1588 fu un episodio che mise 
in difficoltà Enrico III in quanto Enrico di Guisa era diventato molto potente.
Dopo questo episodio fra l'altro il re era chiamato da molti semplicemente Henri de Valois.
Qualche tempo dopo il Guisa fu ucciso nel Castello di Blois

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Riferendosi a tale contesto lo scrittore Alessandro Dumas padre scrisse il romanzo  I quarantacinque  (la guardia di Enrico III era infatti composta da 45 uomini)


TRAMA DEL ROMANZO: sul finire del turbolento regno di Enrico III, ultimo dei Valois, quarantacinque giovani guasconi giungono a Parigi per proteggere la vita del re e subito il più generoso e leale di loro , Ernauton de Carmainges, contrae una pericolosa passione. Filo conduttore della narrazione è tuttavia l’amore sublime di Enrico de Joyeuse (fratello del potente ammiraglio Anne, favorito di Enrico III) per Diane de Méridor, la bellissima protagonista de “La dama di Monsoreau”, romanzo di cui “I Quarantacinque” è la continuazione. Proseguono le gesta del simpatico Chicot, buffone del re; di Gorenflot, frate gaudente; di Enrico di Navarra, futuro re di Francia; infine del fratello del re Francesco, l’ambizioso duca d’Angiò, che si imbatterà nuovamente in Diane de Méridor….


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venerdì 15 settembre 2017

I Meronvingi richiamano sempre...

La dinastia merovingia regnò per molto tempo ampia parte della Francia e di territori confinanti (Belgio, Lussemburgo ecc.) prima dell'avvento di Carlo Magno. Le zone interessate a tali re furono talora suddivise anche in quattro ducati/regni. Uno di questi era l'Austrasia.
Gli interessati alle vicende (talora affascinanti) di questa dinastia negli ultimi decenni sono diventati più numerosi e conseguentemente sono proposte, spesso a Parigi, interessanti mostre.
A febbraio 2017 si è chiusa al Museo Cluny l'esposizione "le temps merovingies", fino al 2 ottobre 2017 è invece programmata l'iniziativa: "le royame merovingien oubliè l'Austrasie".

presso il Museo Archeologico di Saint-Germain-en-Laye

In occasione di quest'ultima mostra sono anche esposti alcuni reperti recentemente rinvenuti a Saint-Dizier. In questa cittadina furono rinvenute tre tombe di personaggi importanti e la sepoltura di un cavallo. I reperti acquisiti ammontano a circa 200 e nel museo locale è stata curata una sezione permanente. Alcuni dei pezzi ritrovati sono particolarmente interessanti (l'impugnatura di una spada, una decorazione con lapislazzuli ecc.).



riproduzione di parte della pagina del sito www.saint-dizier.fr


affiche dell'iniziativa di Saint -Dizier che ha preceduto la mostra parigina

video informativo su Youtube
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L'Austrasia aveva come capitali Reims o Metz. La separazione del più ampio regno merovingio si ebbe dopo la morte di re Clodoveo ricordato anche in diversi francobolli francesi.


approfondimento: Merovingi 


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venerdì 8 settembre 2017

Regina post mortem

E' una storia del 14° secolo in Portogallo. Ines de Castro era una nobildonna di origine galiziana che poco prima del 1345 divenne l'amante dell'erede al trono portoghese (Pietro I, all'epoca appena sposato).
La situazione cambiò quando la moglie di Pietro morì in conseguenza di un parto. A quel punto i due si sposarono segretamente ed ebbero dei figli.  Poco dopo, nel 1354, ufficializzarono in qualche modo il matrimonio.
Tuttavia, per diversi motivi, la situazione non piaceva al padre di Pietro (Alfonso IV) che decise di far uccidere Ines de Castro.




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la vicenda ha ispirato anche alcune opere teatrali e simili

Dopo il delitto si scatenò una breve guerra civile che vide vincitore il padre.
Nel 1357 Pietro divenne re. Dopo aver punito i responsabili materiali del delitto, decise di considerare regina la defunta Ines e di far costruire un adeguato monumento funebre nel Monastero di Alcobaça.
C'è la leggenda, riportata anche in un dipinto, che il re Pietro organizzò una cerimonia di incoronazione di Ines riesumando il cadavere.



il sepolcro funebre di Ines nel Monastero di Alcobaça
A pochi metri di distanza c'è anche il monumento funebre di Pietro I

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